Order of control

#1: L'inizio.

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view post Posted on 2/8/2014, 22:43
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La guerra, era stata la cosa più brutta alla quale avevo partecipato. Il sangue della gente, dei miei amici che schizzava sul suolo dove già giacevano altri soldati, era stato qualcosa di assurdo.
Mi ero opposto per troppo tempo all'organizzazione, l'ultimo attacco della Resistenza risaliva ancora a quando Ewif era vivo, ma dopo quella guerra tutto terminò con la vittoria dell'organizzazione.
Eravamo sfavoriti, molto meno rispetto a loro però non c'eravamo arresi, ma dato che avevamo perso adesso noi eravamo loro prigionieri senza possibilità di scappare. Erano queste le ultime cose che ricordavo prima di aver subito il trattamento dell'organizzazione, dopo non ricordai più niente di tutto ciò, mi avevano sostituito i ricordi con me che combattevo al fianco dell'organizzazione, e tutti i sentimenti buoni che avevo in passato, adesso si erano tramutati in sentimenti cattivi, non ero più quello di una volta. Possedevo il tipico tatuaggio dell'organizzazione sul collo, una serpe nera con gli occhi rossi, mentre indossavo la divisa blu e grigia con tanto di stellina posta su di essa, quella mi era stata donata per le azioni che avevo compiuto in battaglia, per la gente che avevo fermato ed io ne andavo fiero. Mi ritrovavo a camminare lungo l'ingresso dell'accademia militare, il mio sguardo era freddo come tutti gli altri, non c'era nessuno felice o che faceva qualcosa che andava fuori dalle regole, li non si poteva sbagliare, un passo falso ed era finita, totalmente, così mi fermai vicino alle guardie di turno, fissando il panorama che mi si presentava d'avanti. Una città futuristica con grandi edifici, e quelli più alti avevano stampato di sopra il segno della serpe, facendo capir a tutti che New York era sotto il loro controllo.
 
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view post Posted on 3/8/2014, 08:20
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mn0GBLO


Un signore della guerra, questa è l'identità del giovane dai capelli cammeo. Si trova a dover far da cavia per una delle più pericolose missioni che la rivoluzione abbia mai visto, infatti, durante la mietitura è stato capace con pazienza e con sadicità di uccidere un ragazzo di 16 anni per prendere il suo posto. Grazie alle svariate tecniche della rivoluzione è stato in grado di modificare da tutti i database del mondo la faccia del moccioso ucciso e sostituirla con la propria.
Per sua grande sfortuna, era obbligato ad indossare la divisa da "soldato" dell'organizzazione così da abbandonare il senso estetico che aveva sempre perseguito. Si era persino dipinto sulla spalla destra, con colori cancellabili, il simbolo dell'organizzazione così da non destare sospetti. Sul taschino destro vi era appeso un cartellino che specificava di quale unità e di quale stirpe faceva parte. Stando al cartellino che aveva "preso in prestito" faceva parte della fanteria dell'organizzazione: in poche parole quelli che si sporcano le mani per ammazzare i rivoltosi.
Mentre cammina viene bloccato da un gruppo di sentinelle.. Eh già, in una città moderna vi sono anche sentinelle che rompono un po' le scatole, a chi come il giovane ha da fare. Mostrando loro poi il cartellino ha spazio libero verso l'ingresso dell'accademia.
 
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view post Posted on 3/8/2014, 12:30
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Scrollai di poco il capo quando vidi due soldati tornare tenendo da due parti diverse dalle braccia una persona sporca, con il sangue che gli colava dal viso lungo tutte le vesti strappate. Il capo lo teneva abbassato per non far vedere il volto ricoperto di lacrime, era un rivoluzionario e sapeva alla perfezione cosa accadeva quando si finiva all'accademia, ed io a veder quella scena provai un senso di disprezzo nei suoi confronti, mischiato ad una leggera pietà. Si, io ero diverso dalle altre guardie, ma non sapevo descrivere il perché provavo quei sentimenti che per me ormai erano strani, non facevano parte di me ed ogni volta che si manifestavano mi davano fastidio.
Smisi di guardarlo spostandomi per farli passare, notando il sorriso divertito dei due soldati sul trascinare quella persona, sapevano che avrebbero ricevuto una ricompensa e ciò incrementava la voglia di catturare i rivoluzionari, aveva effetto anche su di me, non potevo nasconderlo, amavo aver riconoscimenti.
Ripresi a camminare spostandomi da quel luogo, e di sfuggita vidi sul Maxi Schermo l'immagine di un ragazzo circondato dalle sentinelle ed appena passò mi voltai verso lui, guardandolo. Ad occhi potevo dire di non averlo mai visto, non mi ricordavo i volti di tutte le persone, ma non gli diedi tanta importanza. Sentì il suono della campana che avvisava l'inizio degli allenamenti, così insieme a tutti gli altri iniziai ad incamminarmi in quella sala, come da bravi soldati. Una volta entrati eravamo disposti l'uno di fianco all'altro ed al centro della stanza c'era l'allenatore con in dosso la divisa. Ci fissava con cattiveria, ira nei nostri confronti ed io non potevo far altro che tenere la testa bassa d'innanzi a lui e come tutti gli altri restavo piegato su di un ginocchio, oggi ero sicuro che sarebbe toccato a me.
Gli allenamenti iniziarono, combattevano con voglia di ferirsi a vicenda ed il più delle volte uno finiva per non farcela ed a ogni schizzo di sangue che mi arrivava addosso voltavo di poco il capo, forse sbagliavo e lo capii appena l'allenatore vide il mio gesto e con un possente calcio sulla mia schiena mi spinse al centro della stanza. Strinsi di poco i pugni e dopo mi alzai da terra, guardando l'avversario che rideva dietro le mie spalle, aspettavo solamente il via per combattere e dato che ero arrabbiato nei confronti dell'allenatore me la sarei presa violentemente con il mio avversario.
 
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view post Posted on 3/8/2014, 17:03
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Il divertimento stava per iniziare, osservare quell'enorme struttura, che prima osservavo tramite satellite, dall'interno era totalmente diverso. Vedevo miei simili venir trattati come cavie da laboratorio: pestati e picchiati a sangue mentre io dovevo rimanere inerme senza poterli aiutare a scappare. Sorridevo, imitando gli altri mietuti, guardando quelle atrocità. Mi fermai ad osservare una scena in particolare. Un rivoluzionario era appeso in testa in giù mentre veniva frustato: questo trattamento era chiamato purificazione, da quello che sapevo.
Ripresi a camminare, il mio cuore era schivo ormai a quelle situazioni, più mi avvicinavo all'entrata di quella gabbia di matti più sentivo dentro di me la voglia di mettere una bomba per poi scapparmene liberando tutti quelli che erano sotto il controllo dell'organizzazione e non. Questo mio rimuginare di idee venne interrotto da un tintinnare della campana, che come a scuola, dava inizio al programma d'allenamento del giorno.
M'incamminai verso la grande palestra dove, a mio compiacimento, si stavano radunando tutti gli "indemoniati". Quello era il soprannome che davo a coloro che avevano ricevuto il lavaggio del cervello dall'accademia. Tutti perfetti, in riga, l'uno accanto all'altro mentre io ero l'unico ancora alla porta. Prima che quel grasso e grosso uomo al centro se ne accorgesse mi infilai in mezzo a due. Ero arrivato nel momento giusto: il momento dove due "indemoniati" si sarebbero picchiati a vicenda. Iniziai a pensare che forse sarebbe stato veramente un gran periodo quello dove sarei rimasto chiuso in quella struttura. Più si ammazzavano più il mio volto si riempiva di gioia e sadicità: dopotutto sono stato in grado di uccidere la donna che mi ha messo al mondo.
 
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view post Posted on 3/8/2014, 17:48
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Quel fischio fu qualcosa di liberatorio, mi spinse subito ad attaccare per primo, senza far troppe storie, senza studiare l'avversario, non era da me comportarmi in quel modo però volevo prendermela con qualcuno ed adesso che ne avevo l'occasione non l'avrei sprecata. Feci uno scatto quasi fulmineo, bastò un secondo per farmi trovare d'innanzi a lui, ero molto veloce ed agile e sfruttavo certe cose per colpire per primo. Gli occhi del mio avversario quando andarono ad incrociare i miei si spalancarono, sapeva che non poteva evitarlo il colpo, ero più veloce di lui.
Mossi il braccio destro prima in dietro e dopo lo spostai in avanti velocemente, assestandogli un pugno in volto, rilasciando un onda d'urto che creò qualche crepa sul terreno, scagliando subito dopo il ragazzo contro la parete in acciaio, facendolo impattare contro essa e subito dopo cader per terra privo di rialzarsi.
Alcuni ciuffi di capelli mi cadettero sul volto, restavo in quella posizione con la quale l'avevo colpito, respirando affannosamente. Sentivo i miei muscoli indurirsi, la voglia di continuare a combattere era tanta, ma il mio turno terminò con un secondo fischio, decretando la mia vittoria.
Mi ricomposi, passandomi una mano d'avanti al viso andando a spostare quei ciuffi di capelli che m'infastidivano, voltandomi verso tutti gli altri membri. I loro volti erano impassibili nel vedere un loro compagno pieno di sangue, nessuno lo andava ad aiutare, con quegli allenamenti si decretavano chi poteva andare alle selezioni per finire d'avanti alla corte suprema, li avrebbero deciso che ruolo assegnarti ed il mio intento era diventare uno importante nell'organizzazione.
Mi sedetti dov'ero prima, sospirando leggermente e tirando di tanto in tanto qualche occhiataccia all'allenatore, il quale non ricambiava il mio sguardo freddo, ma bensì non diceva niente, non questa volta.
 
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view post Posted on 3/8/2014, 18:02
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Più che schifato ero esterrefatto, quel moro era riuscito ad attirare la mia attenzione. Senza fare nessun cenno di debolezza e sorridendo, sadicamente, all'istruttore il mio turno venne dopo due o tre altri scontro. Eh già, anche a me toccava essere smistato. Sorrisi presentandomi con disinvoltura al centro dell'enorme stanza. Il mio avversario era due volte più grande di me, era un mio ex compagno di armata, anche lui aveva subito il lavaggio del cervello. Mi tirai uno schiaffo in faccia, non potevo demoralizzarmi, ormai faceva parte delle schiere nemiche.
Feci un breve inchino mentre l'allenatore si apprestò a soffiare nel fischietto di ferro posando entrambe le mani. Senza neanche dare il tempo al mio avversario di reagire iniziai a correre verso di lui, io conoscevo le sue mosse e lui conosceva le mie: era ora di cambiare stile.
Sorridevo durante la corsa, i miei occhi cambiarono per qualche istante colore mostrando il mio eccitamento nel vedere un umano morire davanti ai miei occhi.
Il bestione provò a tirarmi un pugno ma io mi piegai all'indietro per poi afferrarlo per il braccio e sbatterlo a destra e sinistra utilizzando i miei piedi come radici pressando la mia forza su di loro e non nelle braccia. Tre colpi del cranio per terra e il tizio non svennè, era forte l'amico. Sorrisi saltando un bel po' indietro vedendo la sua reazione, si era innervosito.
Basta giocare..
Borbotto muovendomi rapidamente finendo fino al suo petto. Le mie 5 dita si unirono formando una "lancia" o per meglio dire le unghie si unirono accavallandosi. Mossi velocemente il braccio ficcandolo nel punto il cui il bestione aveva il cuore strappandoglielo. Sangue... Si sangue. Finalmente mi divertivo. Dal cuore uscirono due ultime pompate di sangue prima che io lo leccassi e lo morsi ingoiandone un pezzo.
L'allenatore mi mandò a sedere sempre con il suo sguardo gelido.
 
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view post Posted on 3/8/2014, 18:22
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Passarono diversi turni dal mio combattimento, ma l'ultimo fu quello che catturò più di tutti la mia attenzione, quel ragazzo aveva ucciso il suo compagno mangiandogli un pezzo del cuore una volta strappato dal petto, era qualcosa di assurdo, nessuno in quell'accademia aveva fatto qualcosa del genere, ma non mi lasciai sorprendere più di tanto, anch'io avevo ucciso delle persone. L'allenamento era finito, adesso per quei pochi sopravvissuti ci toccava dirigerci alla corte suprema, li avrebbero deciso cosa farne di noi, chi far diventare importante per le azioni che aveva fatto e per come si era comportato in battaglia, e chi mandare semplicemente a caccia di ribelli senza conferirgli un ruolo. Mi alzai da terra dando le spalle a tutti, incamminandomi verso l'uscita ed appena mi trovai fuori vidi diversi soldati che prendevano a pugni dei ribelli i quali cercavano di scappare senza successo. Il sangue era schizzato ovunque, sulle mura, sul pavimento ed anche sulle vesti dei soldati i quali con sorrisi sadici continuavano a picchiarli prima del trattamento degli scienziati, proprio quello che avevano fatto a me, però io non ricordavo nulla di tutto ciò. La strada fu breve, andammo da un edificio all'altro ed una volta giunti d'avanti alla corte suprema ci fissarono con sguardo atroce. La sala era enorme, troni ovunque, circondata da guardie e d'avanti a noi c'era una schiera di signori anziani, ognuno di loro aveva delle cicatrici di guerra in corpo. I loro sguardi, la loro voce sicura, convinti di poter fare qualunque cosa, ed adesso che il mondo era sotto il loro controllo avevano il pieno controllo di alcune zone, altre si dividevano con le forze politiche, insomma, c'era un grande giro dietro tutte quelle cose.
Ci misero in fila, eravamo qualche 10, ognuno di noi aveva la divisa sporca di sangue e scombinata.
Iniziarono a fissarci uno ad uno, puntando dopo la loro mano contro un ragazzo, decretando il suo ruolo, non aveva ricevuto niente seppur aveva superato l'allenamento. Fu preso dalle guardie e trascinato fuori dall'edificio, proseguendo dopo con gli altri ragazzi.
 
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view post Posted on 3/8/2014, 18:39
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L'allenamento era finito. Ero rimasto alquanto strabiliato al comportamento impassibile di tutti quei vermi dell'organizzazione. L'apertura delle porte della grande sala mi inorridì la mente.. Miei simili, signori della rivoluzione, erano davanti a me mentre cercavano di scappare. Sorrisi, privo di senno, e mi avvicinai a loro iniziando a prenderli a calci. Sui piedi avevo dei ferrettini che lanciai nella bocca di alcuni di loro durante il movimento. L'allenatore mi spintonò via e mi obbligò a seguire il resto della fila. Dentro di me piangevo mentre fuori sorridevo per la gioia di veder soffrire quelle persone. Giungemmo in una sala composta da molti troni, molti vecchi e una puzza di ratto. Finalmente ero riuscito ad arrivare al cuore dell'organizzazione, o quello che ne faceva le veci.
Iniziai a borbottare qualcosa tra me e me, come delle frasi senza senso: "sangue, si sangue".
Io ero l'ultimo della fila, in ordine com'erano avvenuti gli allenamenti. Vedevo piano piano gli altri venir portati via o assegnati a qualcosa. Mi facevano pena, chissà se avrei avuto il coraggio di ammazzare quei vecchi durante il mio turno.
 
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